Parliamone… o no ?!?

Uno dei più grandi luoghi comuni del nostro tempo è che di fronte ad un disagio, una difficoltà, una situazione problematica, si debba necessariamente parlare per poter sviscerare/sciogliere ciò che ne è alla base. La nostra cultura occidentale, che usa e abusa di ogni forma di comunicazione, ci insegna da decenni ormai che attraverso il dialogo, la spiegazione razionale o la rassicurazione, sia possibile sbrogliare ed affrontare qualunque situazione.

 

Ma siamo davvero sicuri di questo?

 

Prendiamo ad esempio una difficoltà abbastanza comune: la paura di volare.

Avete passato gran parte del vostro tempo, antecedente la partenza, a chiedere/cercare ed ottenere informazioni circa la sicurezza del vostro volo, vi siete fatti dire le statistiche degli ultimi anni relative alla vostra tratta e magari vi state mostrando sicuri di fronte agli altri passeggeri, verificando con grande attenzione le loro reazioni.

Inoltre, potete aver trascorso alcune ore della vostra settimana cercando di “sfogarvi” con amici o parenti, esorcizzando le vostre paure, invocando rassicurazioni e sostegno.

Risultato? Le rassicurazioni che avete ricevuto, non solo non risultano sufficienti a placare i vostri timori, ma li confermano ulteriormente proprio in virtù della costante necessità che avete mostrato nel chiedere e ottenere certezze che nessuno vi può dare.

In altre parole, il costante bisogno di rassicurazione vi ha confermato e alimentato l’idea che c’è qualcosa da temere. Non avete fatto altro che dire continuamente a voi stessi: “se ho bisogno di rassicurazione significa che c’è qualcosa di terribilmente spaventoso”. La vostra comunicazione, il vostro “parlare”, ha mantenuto e alimentato le vostre preoccupazioni.

 

Facciamo un altro esempio con una situazione completamente diversa.

Quante volte, presi da un momento particolarmente significativo, avete cercato di spiegare cosa stavate provando? E con quali esiti?

Avete tentato di mettere sotto forma di parola le vostre sensazioni, il vostro piacere, il vostro sentimento; avete cercato di descrivere il vostro stato d’animo, sforzandovi di trovare le parole giuste/adeguate.

A volte ci siete riusciti, altre volte avete comunicato un messaggio diverso da quello che volevate o stavate provando; nella maggior parte dei casi non siete riusciti a trasmettere completamente l’esatta bellezza del vostro momento. Oppure ci siete riusciti, ma con una semplicità ed una forma di comunicazione completamente diversa dalla spiegazione pensata: con il vostro silenzio, il vostro sguardo, il vostro volto, siete riusciti a dire tutto ciò che volevate dire. E con un ottimo risultato.

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