Quando la soluzione diventa problema

Se un cavallo, da una piastra metallica collocata sul pavimento della sua stalla, riceve alla gamba una lieve scossa elettrica dopo che è suonato un campanello, presto assocerà, naturalmente, il campanello con la scossa imminente e solleverà lo zoccolo per evitarla. Una volta stabilito questo riflesso condizionato, si può eliminare il meccanismo della scossa ed il cavallo continuerà a sollevare lo zoccolo ogni volta che suona il campanello. E ogni volta che lo fa, il ‘successo’ della sua azione, cioè il non ricevere la scossa, lo convincerà ulteriormente che il sollevare lo zoccolo è la reazione giusta che lo protegge dall’esperienza sgradevole che altrimenti seguirebbe. Ma è precisamente questo successo che gli impedisce di scoprire, adesso, che nel frattempo qualcosa è cambiato nella sua vita: cioè che il campanello non viene più seguito dalla scossa. Si può dire a tutti gli effetti che il cavallo ha acquisito un sintomo ‘nevrotico’, che consiste in un’azione una volta appropriata e ben adattata a un certo insieme di circostanze passate, ma ora diventata anacronistica. Infatti, questa azione si è trasformata in un problema noioso di per sè.

Per il cavallo, quindi, la soluzione è diventata il problema. Questo processo di formazione del problema non è affatto limitato agli animali ed è universale a livello umano.”

 

Tratto da “La realtà della realtà” di P.Watzlawick

 

E’ incredibile come, molto spesso, l’assenza di risultati o il commettere degli errori non venga attribuito alla strategia utilizzata, bensì allo scarso impegno con cui vi abbiamo fatto ricorso. Espressioni quali “fallo ancora, fallo meglio” sono all’ordine del giorno, nonostante la totale assenza di risultati. “La mia strategia non può essere sbagliata”, “proviamo ancora”, “deve funzionare!”.

L’ostinata fedeltà a soluzioni che hanno funzionato molto bene in passato, ma che non calzano minimamente la situazione presente, provoca inevitabilmente la più ovvia delle catastrofi: non solo la strategia non produce risultato, ma diviene una vera e propria modalità rigida e ridondante, andando a creare un copione che adesso è divenuto problematico.

Un adattamento ottenuto in passato non è sempre il migliore possibile. L’inasprimento di una strategia disfunzionale complica la situazione a tal punto che ciò che pensavamo essere la soluzione adesso è il problema, un problema che impedisce di guardare ad altre realtà funzionali, come, ad esempio, al fatto che la scossa non sussiste più al suono del campanello.

 

La perplessità è l’inizio della conoscenza” K.Gibran

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