L’ansia di affrontare la giornata

Ogni mattina vi svegliate con una certa preoccupazione per la giornata che dovete affrontare? Vi sentite battere forte il cuore o il magone in gola fin da quando aprite gli occhi? Avete perso ogni entusiasmo e ogni piacere nel fare il vostro dovere?

Beh, se vi trovate in questa situazione significa che l’ansia e la preoccupazione stanno condizionando in maniera significativa la vostra quotidianità e, nonostante i vostri sforzi e i vostri tentativi di controllarle, si sono mantenute al punto tale da diventare delle costanti nelle vostre giornate. Il senso di invalidità che ne deriva può essere più o meno elevato, con frequente nervosismo, sbalzi d’umore, cali di concentrazione o di attenzione, costante stato di allerta e allarmismo, irrequietezza e impulsività.

Spesso, le persone in questo stato non riescono a fare le cose che vorrebbero e soprattutto come vorrebbero. Anche il compito più facile può diventare difficoltoso a causa della costante tensione, arrivando talvolta ad evitare o delegare i propri doveri, oppure ad adempirvi con tempi decisamente più lunghi rispetto alla norma.

Inoltre, le conseguenze che ne derivano possono essere significative anche per le persone affettivamente o lavorativamente vicine. Amici, colleghi, genitori o partner sono spesso costretti ad assorbire tale nervosismo, faticando a capire cosa sta succedendo.

Ad ogni modo, l’aspetto più comune e preoccupante che si riscontra in queste persone è la rassegnazione a questa condizione di vita, come se fosse ormai un qualche cosa che appartiene alla loro esistenza, come se avessero accettato di vivere una semi-vita.

E cosa si può fare allora? Beh, se voi non avete trovato risposta a questo interrogativo, non è detto che non la possa trovare qualcun altro! Oppure la rassegnazione è tale da non contemplare più la possibilità di uscire definitivamente da questo stato e riassaporare ogni piacere della vita?

 

L’indecisione, l’ansietà sono per lo spirito e per l’anima quello che la tortura è per il corpo” N. De Chamfort

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