Voltare pagina.

Quanto tempo impieghiamo a voltare pagina? Riusciamo a lasciarci un evento, una situazione, una relazione, un errore alle spalle? Oppure siamo orgogliosi o semplicemente feriti, al punto che non riusciamo a proseguire il nostro cammino?

Solitamente, di fronte agli errori e alle sconfitte gli impulsi sono due: fuggire in avanti e cercare di rimuovere quanto accaduto il prima possibile, oppure restare imprigionati nel passato, rimuginando sui fatti.

In genere, il primo atteggiamento non fa apprendere quasi nulla, quindi non consente alcuna crescita personale; il secondo non permette di voltare pagina e quindi evolvere.

A volte, capita di essere bloccati da un’emozione negativa, quindi non riuscire a mandar giù l’amarezza o la colpa, oppure buttar fuori la rabbia o la delusione. Intrappolati nel dolore, ci sentiamo ancor più frustrati.

In questi casi, dare spazio e prendersi cura dell’emozione provata può essere di grande aiuto. Solo successivamente potrà essere necessario riportare la nostra attenzione sull’evento, ma solo per focalizzare la lezione da imparare. Solamente ciò che riusciamo a fare nostro può prevenire il ripetersi dello stesso errore in futuro!

Qualunque tentativo di fuga o rimozione forzata non farà altro che rimandare l’appuntamento col nostro fare i conti con ciò che è stato… Tale vissuto, nel frattempo, può arrivare a farci visita o addirittura tormentarci sotto forma di sintomi psicosomatici, sogni, flash improvvisi, ecc.

Se è vero che non possiamo più cambiare il nostro passato, ciò che ci è accaduto o gli errori commessi, possiamo prenderci cura del nostro presente: la miglior medicina per poter tornare a programmare il futuro.

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