Il bambino ed il gioco: 4 segnali di allarme che devi conoscere

Da sempre, il gioco costituisce una risorsa molto importante per il bambino. Attraverso il gioco, si comincia ad esplorare l’ambiente circostante, ad interagire con gli altri, a provare piacere e divertimento, a confrontarsi con i propri limiti, ecc… Ma quali sono i campanelli di allarme da tenere in considerazione?

  1. Il bambino non gioca: Se, come abbiamo detto, questa funzione è qualcosa di vitale per lo sviluppo, nel caso in cui il bambino non riesca o sia (apparentemente) demotivato al gioco, è bene chiedersi cosa possa esserci dietro tale rifiuto. Generalmente, il rifiuto al gioco è una delle preminenti forme che i bambini utilizzano per esprimere il proprio malessere. A tale proposito, è molto importante approfondire la situazione con l’aiuto di un esperto;

  2. Il bambino ha sempre bisogno di qualcuno per giocare: Se il bambino non riesce a giocare da solo, significa che ha sempre bisogno di qualcun altro, spesso per lui di riferimento. Generalmente, le spiegazioni a questo fenomeno possono essere due:

    -Il bambino ha necessità di attenzioni, per cui tende a tenere in “ostaggio” i genitori o coloro che si prestano a giocare con lui;

    -Il bambino ha bisogno di continue rassicurazioni, per cui non è mai sicuro di ciò che fa e di come opera, chiedendo spesso conferme agli altri.

    In entrambi i casi, è necessario approfondire la natura di questo comportamento ed è consigliabile un supporto che prenda in carico l’intero sistema familiare per definire ruoli e confini;

  3. Il bambino aggressivo: Che nel gioco ci sia aggressività, non deve preoccupare. Molti, compresi gli adulti, utilizzano il gioco o l’attività fisica per sfogare la rabbia o lo stress della giornata, traendone spesso giovamento. Quando scaricare la rabbia diviene l’unico gioco, allora dobbiamo considerarlo un problema e occorre capire cosa crea frustrazione e aggressività nel bambino;

  4. Il bambino nevrotico: Se il bambino non riesce a concentrarsi nel gioco per alcuni minuti e a trarne piacere, ma salta da un’attività all’altra, incapace di divertirsi, occorre fermarsi e riflettere. Dietro a questo comportamento potrebbe esserci una forte ansia che il bambino tenta di dominare, manifestando irrequietezza e agitazione.

In ogni caso, è bene evitare di etichettare o richiamare diagnosi su di loro. Molto spesso, i problemi dei piccoli non sono altro che il riflesso di alcune situazioni di conflitto che stanno osservando nei grandi. Ecco perché, se intercettati nei tempi e nei modi opportuni, questi problemi possono essere totalmente neutralizzati e consentire al bambino di tornare a sorridere e divertirsi con qualcosa con cui tutti noi abbiamo fatto i conti: il gioco.

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